giovedì 2 giugno 2011

Intervista ai DATAKILL, Lorenzo vuota il sacco: "Se potessi cambiare le regole ..."

Da tempo nella scena HC underground ligure, i DATAKILL iniziano a muovere i primi passi nel 1996. Il loro sound è duro e melodico con testi in italiano, una band con grandi prospettive future. L'altro giorno ho fatto una lunga chiacchierata con Lorenzo Armanetti, chitarrista e il cantante della band ... alcuni argomenti trattati, l'ha fatto dire la sua, senza peli sulla lingua... (l'intervista esclusiva di Metal Shock Finland)

Ciao Lorenzo, benvenuto a Metal Shock!
Ciao Tarja e grazie per averci dato l’occasione di essere su uno dei magazine piu’ importanti d’Italia del panorama rock!

Se non ti dispiace, parliamo prima un po' del passato... nel 1996 hai formato i DATAKILL. Raccontami dei motivi perchè è nata la band?
Beh…la storia è un po’ lunghetta xo’ posso dirti che eravamo dei ragazzi che avevano da qualche anno cominciato a scoprire la musica pesante (più o meno era l’88/’89) da li in avanti l’idea di emulare i nostri idoli è venuta in maniera naturale, intorno al ’91… ed eravamo solo io e Davide, poi nel ’93 arriva Stefano e comincia il nostro cammino insieme.Ttra cambi di line-up e monicker vari, arriviamo al ‘96/’97 registrando il nostro primo demo con la formazione a 4 elementi (con Tune alla vox)….poi…incomprensioni varie mandano all’aria il progetto, fino al 2000, dove ci riformiamo e decidiamo di rimanere in tre….il resto è storia….

Le tue personali influenze, da dove arrivano? cioè, come e quando hai trovato il metal?
L’incontro con il rock lo avuto a 13 anni circa, ma solo un anno dopo un amico mi fece ascoltare Ride the Lightning dei Metallica…da li è cominciata l’infezione di questo virus…hihhi

Cmq, dopo primi anni e diversi cambi di formazione la band si è fermato per 2 anni. Perchè?
Perché eravamo troppo diversi musicalmente in quel periodo e nn riuscivamo più a comprenderci l’uno con l’alro…avevamo bisogno di capire cosa volevamo veramente!

Però nel 2000 siete tornati più forti di prima, presentaci i membri della band, e raccontami con due parole di voi...
Si. Capimmo che potevamo dare il nostro piccolo contributo e siamo ritornati insieme: Stefano (voce & basso) io (chitarra &  voce) e Davide (batteria e cori)

Come definiresti il vostro genere?
Non ne ho idea…diciamo che ha molte influenze dall’ hardcore al metal  passando per punk, crossover e tanto altro…..chiamiamolo Rock n’ Core…ahahahahah

Voi cantate in italiano, perchè questa scelta?
Perché è giusto cosi…nn siamo ne inglesi ne americani, nn abbiamo la piena confidenza con quella lingua, non riusciremmo mai a esprimerci come vorremmo, la naturalezza che ci viene nella madre lingua è un percorso che abbiamo voluto fare sin dall’inizio…

E invece i testi e canzoni, come nascono?
Quello che ci viene spontaneo è il parlare di determinati argomenti in base alla canzone, per esempio, molte volte quando abbiamo composto lo scheletro della canzone parliamo tra di noi e ci chiediamo: “ma sai che questo pezzo lo sento come se volesse parlare di….” E cominciamo a discutere delle nostre sensazioni, di li al testo finale il passo è automatico, ma tutt’altro che semplice, dobbiamo fare in modo “sempre” che il testo sia scorrevole, mai forzato e questa fase è quella che, insieme agli arrangiamenti finali, richiede più cura.

Qual'è il vostro messaggio al vostro pubblico? Cioè, cosa volete trasmettere tramite vostre songs?
Quello che vogliamo dire con i nostri pezzi è che, di qualsiasi cosa si parli: esperienze personali, fatti di  cronaca o problematiche sociali, bisogna sempre reagire con un energia positiva, lasciarsi il male alle spalle e ricominciare meglio di prima…..è fondamentale!

Nel 2001 è uscita il vostro autoprodotto EP "L'Odio", che segna una svolta importante nella  vostra popolarità. E proprio l'Odio è ancora oggi molto piaciuta tra i vostri fans. Secondo te, si può
definire il vostro inno?
Si. Credo proprio di si, quella canzone ha qualcosa di speciale, ha rappresentato per noi e per i nostri fans un appiglio molto importante nei momenti bui…sai, parla di quelle relazioni che finiscono con amarezza vera, dove ti porterai le cicatrici per il resto della vita e credo che molti ci si siano identificati ed è per quello che la si sente propria, però come ti dicevo prima, anche questa canzone ha in se lo spirito della rinascita morale, dare un bel colpo di spugna e…ricominciare una vita!

Nel 2006 è uscito il vostro primo full-lenght "Fino all'Ultimo Respiro" su Built To Last Records, raccontami di questo album...
Che dire… è stata un esperienza fantastica e amara allo stesso tempo, fantastica per la realizzazione in studio dell’ album in se, abbiamo lavorato come matti per circa un mese colmando molte lacune a livello professionale riuscendo a capire i nostri limiti da un lato e dall’altro avere la possibilità di dare libero sfogo a tantissime idee che in pratica non potresti fare per via del numero ridotto dei componenti della band, quindi una serie di arrangiamenti veramente appaganti pur mantenendo allo stesso tempo uno spirito molto duro per tutto l’album, il merito è di Giovanni Nebbia il produttore del disco (e anche del singolo del 2010) quando è in studio con noi diventa il quarto membro della band, riesce a capire sempre lo spirito e le intenzioni della band in quel determinato momento, ci spinge sempre ad osare e a fare meglio…è grandioso.
La parte amara della storia però non te la voglio rivelare, il passato è passato e abbiamo deciso di metterci una pietra sopra….

Avete condiviso il palco p.es. con gli Oceans of Sandness, Raw Power, Estrema e Necrodeath. Quale sono i tuoi ricordi di quelli concerti?
Orgogliosi di aver diviso il palco con artisti cosi, 3 su 4 band che hai citato fanno parte della storia della musica “cattiva” del nostro paese, ci sono dei ricordi indelebili nella mia mente che custodisco gelosamente, come l’esperienza ad Atri, quando abbiamo aperto per gli Estrema, un viaggio che è anche documentato da un video che ogni tanto riguardiamo e ci spanciamo dalle risate!!!!

A questo punto vorrei parlare delle venues e delle scene metal italiane... cosa ne pensi? vuota il sacco...
Se vuotassi davvero il sacco non ci farà più suonare nessuno…ahahahah A parte gli scherzi, non so perché, ma l’Italia fa sempre fatica a mantenere il passo con lo sviluppo della musica live, allora, diciamo che i gestori dei locali non ti aiutano per niente, anzi, facendoti suonare (visto che non fai cover del cazzo!) sembra che ti fanno ancora un favore, il 70% dei locali poi, è senza l’attrezzatura minima per farti fare uno show dignitoso, e non voglio toccare il tasto cachè, vorrei calare un velo veramente pietoso….

Per le scene metal italiane vedo ultimamente da una parte un gran ritorno del thrash e del death anni ’90…dall’altra un sacco di ragazzi che fanno a gara a chi è piu’ tecnico e cattivo, perdendo il vero senso delle cose che è poi quello di scrivere canzoni….mah…non so, in ogni caso se non si trova la propria identità, il futuro di molte band è inevitabilmente corto, qualsiasi sia il genere proposto!

 Secondo te, perchè per un gruppo emergente è così difficile farsi notare dal grande pubblico, o dalle case discografiche?
Perché gli addetti ai lavori fanno poco per le band underground, nessuno ci crede, i discografici e i management in Italia non riescono a vederlo come business e allora rimane sempre nel sottosuolo, le etichette indipendenti non possonon dare il supporto completo poiché i budgets sono ridotti, per certi versi a questo punto è meglio l’autoproduzione, almeno non sei vincolato con contratti senza futuro…

Ahhhh…se solo qualche discografico tirasse fuori le palle e avesse il coraggio di credere in un qualsiasi combo RnR, vedresti una rinascita da un giorno all’altro, perché poi sarebbe come una reazione a catena, tutti fiuterebbero l’affare…. ma è solo fantasia, devo essere pazzo a pensarla ancora cosi, eppure da decenni l’america e l’inghilterra dettano legge in fatto di Rock e negli anni si sono avvicinate un sacco di realtà anche del Nord Europa che hanno dato una gran linfa al metal mondiale, solo noi a parte quattro o cinque band siamo da decenni veramente indietro…. Per le etichette italiane sembra che contino solo i reality……..che tristezza!!!!

Se tu potessi "cambiare le regole", cosa cambieresti?
Diciamo che ormai le regole un po’ si stanno cambiando da sole, mi spiego meglio, Internet ha fatto in modo di tagliare un sacco di soldi all’industria discografica che negli anni se ne è approfittata a piene mani facendo pagare, prima i dischi e in seguito i cd, a dei prezzi assurdi, ora che la crisi si è fatta sentire davvero questa gente sta fallendo miseramente…. Le etichette dovrebbero puntare tantissimo sui formati digitali che a parer mio sono il futuro, il cd ormai è rimasto indietro (commercialmente parlando) anche se, non ti nascondo che io ci sono sempre affezionato, comprare un vero supporto mi piace da morire, sono ancora uno che guarda le copertine, gli interni, i testi…però so che non siamo più tutti cosi….
Sai…vorrei essere per un mese un discografico che conta…vedrai come il metal e l’hardcore salirebbero la china…ahahahahah…..tutta follia!!!

Ed ora, torniamo ai Datakill... Marzo 2010 dà alla luce un nuovo EP "Ventidue". Allora iniziamo dal titolo... perchè "22"?
Allora…22 nella cabala napoletana (la smorfia per intenderci) è il “pazzo” e questa canzone parla proprio di una persona che non è tanto apposto!

L'EP ha due pezzi forti, ma sento un sound "nuovo"... mi racconteresti su com'è diverso dalle vostre altre songs?
Semplice, è per quello che ti ho detto prima, gli altri picchiano duro??? Ok…di quel tipo di band ce n’e’ pieno il mondo…noi andiamo in un'altra direzione, non che ci siamo alleggeriti, ma abbiamo
voluto un sound più maturo e meno omologato con quello che va di moda oggi…. noi siamo noi e basta!

E' questa la direzione che i DATAKILL seguono anche nel futuro?
La direzione della band è sempre un continuo evolversi, le nostre radici non le dimentichiamo mai, ma cercheremo sempre di essere più personali possibili, l’attitudine e l’approccio alla scrittura mettendosi sempre in discussione è importantissimo per noi ed è per questo che vogliamo sempre andare avanti….

L'estate scorsa è uscito il video "22" con Sanremo Cinema. Raccontami, com'è nato il video e la sceneggiatura?
Ahhh…che figata! Un esperienza grandiosa il video è stato girato dai f.lli Di Gerlando che son stati degli ottimi compagni di viaggio molto pazienti e preparati, la sceneggiatura è un idea di un mio caro amico (Luca Caloria) che sentendo la canzone ha dato libertà alla sua fantasia…poi un piccolo merito va dato anche al sottoscritto che per la scelta dell’attore ha scovato un piccolo talento (Francesco Distefano) che ha fatto la parte del borderline in maniera eccezionale!!!

Recentemente FreeSound Magazine ha scelto "22" come "video del momento", commentando: "Torna l'Hardcore in Top Video su FSM Magazine, I Datakill (ventidue"22") sfornano un video di alto livello, il loro è un sound che sa essere duro e melodico con testi in Italiano, una band dalle grandi prospettive future, L'Hardocore emergente Italiano è in continua crescita." ...anzi, dei
commenti di questo genere avete ricevuto anche dagli altri... qual'è il segreto di questa song?
Innanzitutto grazie per i complimenti, fa sempre piacere sapere che c’e’ qualcuno che ha apprezzato il nostro lavoro, riuscendo a usare la giusta chiave di lettura… Forse la canzone è particolare perché è quello che potrebbe vivere ogni essere umano in un giorno qualunque…perché un po’ di pazzia dentro di noi l’abbiamo tutti!!!!

Ed adesso, state preparando nuovi pezzi per il vostro prossimo album. Come procede?
Siamo ancora in alto mare, anche se devo dire che molte songs sono già pronte per essere registrate, stiamo procedendo bene…Stefano ha fatto dei testi veramente cazzuti!!!!

Siamo all'ultima domanda... cosa vorresti dire ai vostri fans, e ai nostri lettori?
Ai nostri fans li ringrazio sempre con tutto il cuore, come dico sempre dal palco: “se non ci foste voi, noi non avremmo ragione di esistere!” per il resto…ormai ci conoscono e sono loro che
vogliono che parli solo la nostra musica!
Mentre ai lettori vorrei dire. supportate l’underground, non soffermatevi solo ad ascoltare le bands famose, se scavate trovate delle cose molto interessanti…..grazie a tutti!!!!

Intervista by Tarja Virmakari – Black-and-white Photo by Roberta Veruggio
Datakill - 22