domenica 19 giugno 2011

BETTY POISON: European Tour Report

LUCIA REHAB dei BETTY POISON ha emesso il seguente "European Tour Report":
Aachen (Germania)

Si parte dalla Germania, da Aachen, la vecchia Aquisgrana di Carlo Magno, praticamente "da casa", per noi che ci veniamo spesso. Un bel concerto pieno di amici, aspettative e spuntini da bancone, il clima diventa rapidamente alcolico e si inseguono davanti ai miei occhi le istantanee di quello che e' praticamente il concerto di esordio di un tour che sara' assolutamente indimenticabile. Roman, il biondissimo batterista dei Pandora, si presenta faticosamente piastrato... dico faticosamente perche', essendo il ragazzo strariccio, il risultato e' solo parzialmente raggiunto e la cosa diventa palese quando dopo appena una ventina di minuti che suona i suoi capelli esplodono trasformandolo in un albero. In compenso dopo il concerto si trasforma in un socialista e va in giro dicendo di volere "equita' e pari opportunità nel mondo", ma anche di non voler essere "lo stronzo che prende le decisioni" e che per questo non dovrei votarlo come mio presidente. Mirko e Nunzio intanto ballano una specie di rock 'n' roll acrobatico al centro del locale ed Annika, la cantante dei Pandora, salta come un coniglio per esprimere il suo entusiasmo. Torniamo a casa a tarda notte e vista la fame da lupi ci fermiamo davanti a un fast food discutendo a lungo su cosa prendere, prima di citofonare. Solo a quel punto ci accorgiamo che è chiuso. Torniamo ad Eupen, la nostra base belga a venti minuti da Aachen, ripieghiamo sui resti di un barbecue consumato la sera prima e finiamo di preparare i bagagli. E' l'ultima notte che passiamo li', dal giorno dopo e per tre settimane saremo... ovunque!

Friburgo

Punk punk punk. Il White Rabbit si conferma epicentro punk della scena tedesca da noi frequentata. Ci avevamo suonato e ce lo ricordiamo bene. Ci chiedono ancora Kaminski e non accettano nulla che scenda lievemente al di sotto dei beat necessari a garantire un infarto. Il locale e' saturo di sudore e pogo, diamo alla gente assetata di sangue umano tutti i nostri pezzi piu' tirati, se li mangiano come carne cruda e subito dopo ne chiedono ancora con i loro vocioni. Il sudore ci ricopre dalla testa ai piedi come un lenzuolo, non ci fermiamo mai. Quando cerco di tirare un secondo il fiato introducendo un brano mi urlano "More songs! Play music!" e tocca tenerli a bada con una nuova raffica di decibel. Un tizio dello staff si aggira scalzo nella bolgia, una "moda" che vedremo spesso in Germania. Dividiamo il palco con i The sore losers, mattatori di un riuscitissimo garage punk che a breve esporteranno in Sudamerica e autori del bellissimo "Too sexy for the führer bunker". Il bassista cantante indossa solo un paio di mutande calate per meta', mostra il culo e regna, perche' i ragazzi sono davvero bravi e in piu' si fanno i cazzi loro, a differenza di molti coglionazzi della scena punk con cui abbiamo avuto modo di avere a che fare in Italia e che in genere sono artisticamente penosi e considerano un dovere estetico fare gli stronzi. Alla fine della lunghissima nottata il chitarrista dei The sore losers prende la sua bicicletta e se ne va, silenzioso come un lord. Poco distante un tizio e' talmente ubriaco che non riesce a indossare il giubbotto. Lo aiuta un amico, premuroso come una madre superiora. Torniamo a piedi e siccome neanch'io mi sono fatta mancare nulla mi sfrango contro una panchina martoriandomi un ginocchio. Nella casa in cui dormiamo gioco con un cappio che pende dalla porta della nostra stanza. Lo metto al collo e dire che e' inquietante e' dire poco... non ho provato niente di simile neanche quando mi hanno puntato addosso una pistola. Ci penso un po' mentre sento quella carezza irreversibile sul collo, ho come un senso di vertigine, sarà la notte, sarà la fantasia. La mattina dopo e' tutto diverso, c'e' il sole, fa caldo, i bambini giocano gridando nel cortiletto interno e dalla finestra della cucina in cui facciamo colazione quasi si affaccia un albero verde e rigoglioso. Sarebbe stata una brutta mattina per morire, oppure no. Ad ogni modo siamo pronti per partire per la Svizzera.

Olten (Svizzera)

Arriviamo a Olten nel tardo pomeriggio, il locale e' molto bello, particolare, civettuolo, le pareti sono colorate di fucsia, verde mela, giallo, a seconda dell'area interessata, i gestori ospitali e gentilissimi. I flyers degli eventi del mese hanno come soggetto una delle mie foto del concerto di Graz dell'anno scorso, in cui mi rotolo a terra in un tripudio di birra e cavi a rischio della vita. Dopo il check, che ci rende chiaro come la Svizzera abbia non solo una sua moneta ma anche prese elettriche autonome, andiamo in albergo a riposare. Il tenore di vita e' medio-alto, e' molto facile incontrare macchine da rassegna per strada e tutti i prezzi sono adeguatamente proporzionati (arriviamo a pagare l'equivalente di 24 euro per due cheesburger e patatine). Il concerto va bene, un bel ragazzo biondo dall'aria grunge si agita su una sedia a rotelle accompagnando ogni brano con creative evoluzioni, ci piace. Dal palco gli regalo una delle mie birre e poi ce lo portiamo nel backstage insieme a un'aspirante pittrice e a uno svizzero thailandese che riesce a stento a stare in piedi. Mia dei Pandora prende in prestito la sedia a rotelle e dopo qualche test comincia a impennare per il locale. A un tratto, ovviamente, cade. Nunzio si e' scritto sul braccio "A bad boy is a snuff toy", Mirko, Annika ed io decidiamo di tornare in albergo anche perche' ormai e' talmente tardi da sembrare quasi presto, solo che Roman non proprio lucidamente ci fornisce indicazioni sbagliate e ci ritroviamo a camminare su una strada desolante che sembra quasi un tratto preautostradale. Tutti gli altri si trattengono nel locale fino all'alba vera e propria, poi tornano in albergo, pisciano da un ponte, vomitano in camera, il giorno dopo si presentano con la faccia di legno e si vanno a bagnare i capelli e a rinfrescare i pensieri nel bagno del fastfood in cui mangiamo un boccone prima di partire. Lasciamo la Svizzera con le tasche piene di franchi che nessuno accettera' per tutto il resto del tour.

Goeppingen (Germany)
Goeppingen si segnala per il Give me noise festival e per il servizio fotografico Betty + Pandora realizzato dal bravissimo Heiko Hermann. Il nostro "spazio relax" la sera della e' una chiesa sconsacrata. Sopra il lavello della cucina c'e' un quadro definitivo con l'immagine del papa e un cerchio di preservativi tutti intorno, ciascuno con una croce al centro. Sotto la scritta "deo gratias". Le altre band sono un gruppo grunge e una band powernoise strepitosa, il cantante si esibisce vestito di lame' e con un paio di occhiali da sole con la montatura bianca. Io salgo sul palco in reggiseno e con le scritte "Betty Poison", "Beauty is over", "Give me noise festival" e "The best head I ever got in my life" scritte sul corpo. Canto un paio di brani con i Pandora e poi facciamo partire il concerto dei Betty. Mi mettono in mano una bottiglia di amaro Ramazzotti e me lo verso in gola, in faccia e addosso, i brani filano via potentissimi e l'atmosfera e' molto calda, Mirko e' vestito da prete e gli chiedono se e' un molestatore, la musica galoppa furiosamente, sul brano finale la mia chitarra, per mai meglio chiariti problemi tecnici, smette di funzionare. Getto a terra il microfono, mi ci sdraio accanto e mi metto a urlare da terra. Catarsi. Dopo la gig vago brandendo la bottiglia vuota di Ramazzotti. Mi sento bene, e' una bella serata selvaggia, scambio opinioni con la bassista del gruppo grunge, mi faccio asciugare il sudore addosso, chiacchiero con un tizio che dichiara di essere nostro fan ma anche di non volere un autografo perche' "non e' una fighetta". Adoro tutto questo.
Il giorno dopo abbiamo uno servizio fotografico con Heiko su due set, uno spiazzo brullo in cui posiamo con una Chevrolet del '38 in tenuta vagamente militar-queer e un campo da golf. Mirko ha mantenuto la sua tenuta da prete, Roman ha un cappello dell'armata rossa, piedi nudi e la cinta per chitarra a cuoricini di Nunzio indossata come fosse una fascia da dittatore, siamo tutti rigorosamente total black e fa un caldo bestiale, ma ci divertiamo come bambini inseguendoci per i campi piu' verdi del verde con le mazze da golf in mano. In serata festeggiamo con vino e bruschetta a casa di Heiko e della sua ragazza, Benita. Altre rapide esperienze un graffio rimediato da Mimi, la gatta della coppia, quando Annika me la lancia addosso, la divisione del letto con entrambe le ragazze Pandora e la paura di confondere braccia e gambe, visto il groviglio di corpi e infine Mia che urla nel sonno nel cuore della notte come rispondendo a una telefonata arrivata da molto lontano ("Haloooooooooooooooooooooo? Haloooooooooooooooooooooooo???").  


Lyon (France)
A Lione Annika mi dedica "Lady" e conferma "urbi et orbi" che parla di me. Dormiamo da Carole, l'organizzatrice della gig e JC, il suo ragazzo, cantante di un gruppo trashmetal. Sono entrambi molto simpatici, mangiamo pasta al salmone nel cuore della notte e chiacchieriamo di musica e concerti. Lei una grandissima fan delle Hole, ha foto e vinili autografati da Miss Love ovunque. Ci dice che a Parigi non c'era quasi nessun francese a vederla ma una netta maggioranza di stranieri e che in Francia in generale hanno nei suoi riguardi forti pregiudizi (i soliti) ed e' incazzata con i suoi amici che li condividono. Annika e Nunzio sono spaventati rispettivamente dal cane e dalla gatta della coppia, Pogo e Gipsy, quindi troviamo soluzioni creative per evitare incidenti... Annika ed io per esempio dormiamo nel laboratorio di Carole, che e' anche una fashion designer, tra manichini e ritagli di cuoio per corpetti molto rock. Il caldo intanto comincia a perseguitarci e ci devastera' sempre di piu' nella nostra incursione nello stivale per le due date italiane di questo tour europeo. Ripartiamo in un mattino incandescente ed io ho i piedi immersi nel cuoio bollente dei miei pesantissimi anfibi al ginocchio. JC ci regala il cd della sua band, dedicato al bassista, recentemente scomparso giovanissimo. Superiamo il confine ascoltandolo, assopendoci, scrivendo, chiacchierando. E a un certo punto arriva l'Italia: bei monti, caselli da rapina e addetti scortesi a riscuotere il pedaggio

Italy
A Torino siamo ospiti di un amico, con cui ci godiamo un giorno di day off. La sera andiamo in un bar dove si tiene una serata lesbo, io bevo cose da checca che mortificano la mia proprompente virilita' come un Emily smile e un Cosmopolitan, ci sono quasi solo lesbiche in giro e quasi tutte coppie, Mirko e' piuttosto alienato, Roman risolve la cosa dicendo in giro "I'm a lesbian!" e poi, ricordando di essere anche un socialista "I'm a lesbian anda socialist!". Ci portiamo a casa due ragazze dietro promessa di ingenti quantita' di alcolici stipati a casa del nostro amico. La fonte e' incerta, ma qualcuno ha parlato di bottiglie di vino e birra al sicuro nella dispensa. Passeggiando lungo il Po' io litigo con Annika fondamentalmente per questioni di gender mentre raggiungiamo piazza Castello, dove improvissiamente Annika e Roman lasciano cadere a terra tutto quello che hanno e corrono come forsennati attraverso le quattro fontane infradiciandosi come in piscina. Devo dire che guardarli e' bellissimo, sono cosi' spontanei e felici, liberi e selvaggi, la piazza e' cosi' bella e la notte e' cosi' calda e umida... calda, umida e senza alcol, perche' arrivati a casa scopriamo che non c'e' neanche mezza birra. Ci buttiamo a letto e la cappa del cielo esplode in un temporale spaventoso che ci perfora occhi e orecchie, vicinissimo come se ce lo avessimo ai piedi del letto. Annika mi salta addosso. Ha paura dei tuoni.

A Cesenatico Annika mi versa della birra nell'orecchio sul palco. Rivediamo con piacere diversi amici a cui vogliamo bene, Marco, Claudia, Maria Grazia e conosciamo finalmente Mattia, con cui avevamo gia' un piacevolissimo rapporto a distanza. E' dei nostri anche il bravissimo fotografo Paolo Zauli, che regala ad una fortunatissima Annika il suo A-live, libro fotografico che raccoglie le testimonianze piu' belle di dieci anni di concerti. Ci sono anche splendidi scatti dei Betty, felicemente collocati tra M.Manson e gli Hole. Lo sfogliamo tutti estasiati. Intanto Mia cade su una bottiglia e mi chiede di controllarle la testa, temo di trovarla irta di cocci come in un episodio degli "Happy Tree Friends", ma per fortuna non si e' fatta nulla. Nel frattempo Annika fa una specie di comizio metafisico, poi diventa polemica e infine romantica. Ma non sono sicura della consecutio. Andiamo a dormire a Cesena a casa di Jose', il cugino di Nunzio. Pastarelle notturne, caldo, sonno decisamente ristoratore. Nel bagno la scritta "ricordati di pulire altrimenti vivi nello schifo, ti ammali e poi muori!"
A Tolentino chiacchiero dal palco con i meravigliosi intervenuti, invito al voto perche' in Italia si avvicina il Referendum di giugno, durante il finale ci baciamo in bocca e ce la godiamo. Le persone sono partecipi, ci chiamano il bis, comprano maglie e cd di entrambe le band e a questo punto entra in scena Emerson (i genitori lo hanno chiamato cosi' in omaggio a Fittipaldi), il proprietario, che apprendiamo essere solito fare il giro del locale con in mano i cd delle band ospiti invitando all'acquisto perche' gli artisti "di questo vivono". Immenso. Dopo la gig e dopo una dose adeguata di chiacchiere i meravigliosi Caterina e Francesco, gli organizzatori, ci accompagnano a dormire in una casa in cui troviamo la bambola parlante piu' inquietante del mondo, roba che al confronto Chucky è Baby Mia. La mattina dopo Mirko la accende a tradimento tipo sveglia mentre ciabattiamo inebetiti in cucina. Siamo ancora sufficientemente rincoglioniti ma Roman riesce comunque a lanciargliela addosso come Joe Di Maggio. E' ora di andare, dobbiamo metterci in marcia per Dorfen, vicino Monaco, dove ci attende una notte punk che ci ridurra' come lorde carcasse sul prato di una bellissima casa vandalizzata dal rock, la mattina dopo. Ma questo alla prossima puntata, miei simpatici amici! 

A Dorfen tutto e' muscolare, aspro, violento e genuino. Suoniamo in un centro sociale popolato di punk vecchia scuola e feroci animali hardcore. Dividiamo il palco con gli Adams Apple, che si truccano da mostri e si rovesciano addosso galloni di sangue finto sul palco disseminato di arti artificiali. Sabrina Rules, la poderosa frontwoman, ne spruzza quantita' importanti anche sulla folla, che si eccita indicibilmente. Durante la ressa mi arriva in faccia il contenuto di un boccale di birra, la sento entrarmi negli occhi insieme al sudore. Betty e Pandora spaccano, alla fine dell'esibizione ci fanno tornare sul palco e ne chiedono ancora, pogano come forsennati su Anna Nicole, Jill the ripper e The golden boy e fanno headbanging su Set it on fire. Alla fine della serata il pavimento e' ridotto uno schifo, una pozza di sangue finto su cui molti scivolano e cadono per poi rialzarsi inzaccherati come merde. Ne ricordo uno quasi catatonico, scivola in tre tempi con una birra in mano, va giù su un ginocchio e si rialza in automatico con la birra che comincia ad eruttare. C'e' chi tra noi si accoppia selvaggiamente backstage, o almeno ci prova, perche' ci sono comitive di adolescenti che entrano ed escono e fumano ovunque. Nunzio rimane intrappolato nel bagno, ostaggio di alcune ragazze che non vogliono farlo uscire e mostrano "cattive" intenzioni nei suoi riguardi. Restera' traumatizzato almeno due giorni per questa cosa. Fuori dal locale il bassista degli Adam's apple è sdraiato a terra mentre una ragazza in minigonna e calze a rete gli sale ripetutamente sullo stomaco. Mi spiegano che e' un modo per far passare il singhiozzo, mentre un punk nero di cresta e di abiti placa la mia fame con dei cornetti stantii e un brezel pescati in fondo alla sua macchina. La casa in cui passiamo la notte è la perfetta riproduzione di questa atmosfera. All'esterno meravigliosa: due piani, di cui uno quasi completamente occupato da una bellissima vetrata, un giardino curatissimo, una piccola rete da tennis, una statua di Budda. All'interno un delirio di corpi di musicisti e amici assortiti. Chi beve, chi fuma, chi tromba, chi rovescia birra sui materassi, chi si sdraia dove capita, molto di tutto questo avviene nel letto in cui dormirò. Il giorno dopo mi sento una reduce di guerra e ho disperatamente bisogno di una doccia che non riesco a farmi, sono sporca di sangue finto sul viso, sul collo, sulle braccia e sulle mani, ho i capelli annodati e intrisi di birra, puzzo di fumo e sudore, faccio paura ai bambini e non è un modo di dire, perchè quando più tardi ci fermiamo a mangiare qualcosa cerco di salutare una bimba biondissima, ma mi guarda con gli occhi a padella aggrappandosi alla mamma. Non ho decisamente un bell'aspetto. Ripartiamo alla volta di Berlino.

Berlino

A Berlino ci attendono la nostra amica Johanna e tre giorni fantastici. La casa è bellissima e passiamo la prima sera a bere Caipirinha fatta in casa su un largo terrazzo, attorno a un tavolo su cui tremano dverse candele, presenti anche su tutto il perimetro del cornicione. Johanna è cresciuta in circuiti rock di grosso calibro e in generale ha avuto modo di fare interessanti conoscenze. A quattro anni ha conosciuto Eddie Vedder, ha intervistato PJ Harvey, se la chiacchierava con i Black Rebel Motorcycle Club, si è spostata dall'India all'Australia agli Stati Uniti e al momento lavora come giornalista a Berlino. Dopo cena i "Pandetty" escono e vivono la città in totale libertà e relax, ballano per strada con un vecchio insegnante di tango e fanno amicizia con una giovane e piuttosto famosa attrice tedesca. Nei giorni successivi  bighelloniamo per Alexanderplatz, Potsdamer Platz e in generale per Berlino, io resto chiusa in metropolitana, visitiamo un noto centro sociale dove mi colpisce soprattutto un fortissimo odore d'urina e dove mi offrono cocaina e viagra ed io sento quasi offesa, visto che agli altri offrono solo cocaina. Vaghiamo anche in un bellissimo parco di sculture. Una rappresenta il tempo come una clessidra collegata ad uno sciacquone. Illuminante. Facciamo anche tappa in un second hand shop dove compro due vestiti per il video che gireremo al nostro rientro ed Annika una serie di giacche e maglie argentate da fare invidia al Bowie più spaziale. L'ultima sera prima del concerto ci concediamo una lunga seduta al sushi bar sotto casa e il fresco della terrazza più un surplus di relax, visto che dal giorno successivo ci tocca di nuovo macinare ritmi di una data a sera attraverso la Germania. La mattina dopo facciamo colazione con Johanna in un vintage rock bar e ordiniamo plumcakes e uova strapazzate all'americana: è il giorno del live al White Trash, presentazione ufficiale del nostro nuovo album all'estero. La gig è meravigliosa, il pubblico caldissimo, bello a vedersi e a sentirsi, all'esterno del locale un'insegna luminosa annuncia la release. Vengono a sentirci anche altri musicisti, come Tarcy degli Heroine Whores, Ina delle Jezebels ma anche l'italianissimo Devis dei Milksnake, con cui suoneremo a luglio. In giro ci sono diversi artisti e parecchie chiome ossigenate e camicioni di flanella, calze a rete, rossetti rosso fuoco. Una serata stupenda che si conclude con una richiesta di bis che non possiamo onorare per superamento di limiti di orario e decibel, ma noi siamo comunque felicissi come più non potremmo e chiacchieriamo con il dj francese Emmanuelle, in bilico tra due continenti, se sia il caso di trasferirsi a New York oppure a Los angeles. Intanto le ragazze Pandora discutono chiuse in una specie di megabolla privata, si abbracciano, poi litigano, poi battono i pugni sul tavolo, poi si prendono il viso tra le mani. In bagno c'è uno sballato in abiti appariscenti che vaneggia. Mia insiste per dormire nel furgone e noi torniamo a casa a piedi all'alba, sotto un cielo fresco e ancora scuro. Ciao Berlino.

Oldemburg si segnala per l'assoluto e integrale sfascio rock iconografico da manuale. Io sono costretta a ingurgitare il mio deltacortene e la mia paracodina perchè aver preso un po' di freddo a Dorfen mi ha innescato la solita iperreattività delle via aeree. Il petto mi brucia e la testa mi fa male. Fortunatamente l'esibizione non è pregiudicata dal mio malessere, il set fila liscio come l'olio e posso godermi i Pandora e l'interminabile sequela di gin tonic e liquori che continuiamo a bere. Annika è un leone, anzi, un principe, anzi, un re. Spazza via l'asta con la chitarra, ruggisce, beve da una bottiglia di birra senza mani, la rompe, si rotola a terra a rischio cocci. Mia fa il suo ormai famoso balletto su Latin beat. Si uniscono due tizi che hanno due pantacollant da codice penale. Uno di loro ha una maglia con su scritto "I hate everyone". Devastata dai farmaci mi sdraio su uno dei divani del backstage e muoio. Vengo svegliata all'ora di chiusura da un austero cameriere, simbolo dell'onesta classe lavoratrice. "I think you have to go now", mi dice. Superbritish. Stanno rovescendo le sedie sui tavoli e facendo le pulizie. Annika e Roman sono fuori, seduti per terra insieme a un barbone, con cui parlano fittamente. Gli altri affondano nei loro inferni e paradisi privati. Continuiamo la serata ascoltando Kurt Veil e bevendo vodka, sambuca, Jägermeister e Vurguzz, alcol puro mescolato a non so che olio giapponese. Ce ne andiamo all'alba e raggiungiamo casa di Alexander, che ha organizzato la gig. Nunzio è furibondo e lancia una busta di effetti personali tra i rami di un albero in cui cinguettano gli uccelli, urlando che devono tacere. Cerco di sensibilizzarlo ricordandogli il passaggio di Romeo e Giulietta in cui si parla dell'allodola, ma se ne fotte. Ci mettiamo un po' ad addormentarci, durante la notte i Pandora hanno una crisi di ridarola e di logorrea ed essendo io nella loro stessa stanza non chiudo occhio. Alle cinque del mattino Roman mi cade addosso rotolando dalla schiena di Mia, a cui stava facendo un massaggio. La mattina dopo sono più stanca di prima e mentre cammino scalza e poco vigile mi fracasso l'anulare del piede nudo contro uno spigolo, frantumandomi l'unghia e aprendomi un brutto taglio. Ci bado relativamente e con il sangue nel calzino riparto per Minden. Sabine intanto, la ragazza di Alexander, incinta di quasi otto mesi di una bimba, ci dice che le confezionerà una Betty Poison shirt, quando sarà nata. Che cosa meravigliosa. 

Minden
A Minden ritroviamo Alice e Marina, due care amiche di Nunzio in giro oltreconfine. Avevano già visto Betty e Pandora al Rock 'n' Roll di Milano e dopo la gig vengono con noi anche a Colonia, dove abbiamo l'ultima data del tour. Ci sistemiamo nel bellissimo loft di Shenk, amico e collaboratore dei Pandora noto per aver organizzato una data dei Rage Against the machine. La cosa bella è che non chiede "Vuoi una birra?" ma "Che birra volete?". Il suo frigo è praticamente un bar e nel loft c'è una recording room annessa. Il locale in cui suoniamo, il "Cancun", è proprio di fronte, per cui il nostro bellissimo tour si conclude senza stress. Ci rilassiamo ascoltando musica varia sotto il poster di Mohammed Alì. 
Il giorno dopo fa un caldo torrido e umido, al "Cancun" c'è un arredamento tropicale, un pappagallo finto, una specie di totem, pareti verdi e felci... l'illusione è perfetta! Mangiamo piccantissimo e beviamo un liquore verde a base di vodka e frutta. L'ultima gig si conclude tra rivoli di sudore, copioso, vista la temperatura da sauna, è uno dei nostri concerti più intensi, a detta di alcuni... furioso, malinconico, gioioso, disperato. Alcuni chiamano in causa Lydia Lunch. Ovviamente siamo lusingatissimi. Personalmente credo che i Betty eseguano una delle loro migliori versioni di "I'm still a slut". Annika canta con noi "Suburban victims" e sul finale io vado a terra e da dietro le infilo il manico della chitarra tra le gambe, mentre lei lo masturba. Alla fine del nostro concerto, sulla coda strumentale di Silly pop song, scendo dal palco e mi sdraio per terra al fresco mentre un ragazzo di Malaga prende il mio posto al microfono e mi sostituisce nell'urlo finale, quel "bloodsucker" che sgretola in una serie di comandi secchi e ululati isterici. What an aazing intercourse! Fuori intanto un punkettone con la maglia dei Pandora si sdraia a terra per la strada, mentre un suo amico con la maglia dei Betty continua a bere in piedi. Arrivano tre macchine della "polizei" e lui si rizza faticosamente a sedere. Quando arriva anche un'autombulanza e si rende chiaro che sono tutti lì per una rissa in una strada parallela il tizio torna a sdraiarsi placidamente sull'asfalto. Mi dicono che sono venuti entrambi da molto lontano ed erano anche la sera precedente a Minden. Stranamente i severi poliziotti e le poliziotte beefy che ci passano accanto non dicono nulla, nemmeno quando i tipi cominciano a canticchiare delle canzoni antipolizesche. Deve essere stata una brutta rissa. Ad ogni modo sono l'unica a rientrare a casa a scrivere e pensare mentre su Colonia si scatena un temporale che dura tutta la notte. Gli altri, inclusi la ragazza di Shenk e il suo coinquilino, Benny, vanno tutti a un party electro in una specie di sfascio automobilistico. Tornano all'alba in stato di totale euforia, chi a torso nudo e con la maglia in testa, chi arrapato, chi ridanciano. Un paio di persone mi baciano mentre dormo. Apro gli occhi e metto a fuoco Nunzio. Lo chiamo Gesù. Lui risponde "ma sono riccio!" ed io "anche Gesù è riccio!". Roman e Mia passeggiano su Mirko per prendersi qualcosa da mangiare in dispensa, non credo neanche se ne rendano conto. Mirko in compenso si imbestialisce. Mia si scusa ma lui non risponde, credo mediti un eccidio di massa. C'è anche una tipa che si sono portati dal party, ma gli ospiti notturni a sorpresa sono stati un po' la costante del tour. Farà una puntatina al cesso il giorno dopo, un caffè veloce, quattro chiacchiere e poi goodbye.

Per noi dirci arrivederci è molto più doloroso. Ci scorriamo nelle vene gli uni con gli altri e danziamo sui chilometri e la fine di ogni tour è sempre difficile da vivere. Raccattiamo le nostre cose e torniamo ad Eupen per gli ultimi due giorni di grigliate, vino rosso, riposo del guerriero e sesso comodo, ma già ci divora la voglia di ripartire quindi arrivederci a presto!

Che il rock e il vento vi portino lontani...

Tour Report by Lucia Rehab - Photos by Heiko Herrmann